Guardo le cose da lontano.
Ma non le vedo bene.
(io, miope)
Allora mi avvicino.
Ma non le vedo meglio.
(io, presbite in divenire)
Non metto a fuoco ciò che mi brucia dentro.
I miei soliti controsensi.
Sono fatta di controsensi, di doppisensi, di nonsense, di sensibilità apparentemente insensibili.
Tutto questo, sì.
Tutto a posto.
Lo stesso posto.
Magari cambio posto.
Ma i posti sono già tutti occupati.
Ed ecco che, come sempre, mi sento fuori posto.
(io, spostata)
Cambio luogo.
Cambio stagione.
Cambio armadio.
(io, che come scheletro abito da sempre lo stesso armadio)
Ma i fantasmi no.
Quelli me li tengo.
Non li sposto e non li cambio.
Sono capi espiatori di un armadio – la (mia) vita – pieno di cose che mi stanno ormai troppo strette.
(io, Don Chisciotte contro i panni stesi al vento)
Non so chi sono.
Non so perché scrivo.
Non so per chi scrivo.
(io, tutto questo e nient’altro ancora)
(io, forse io)