Non si sarebbero mai più rivisti.
Lo avevano capito da tempo, ormai.
E quello era il loro ultimo incontro.
Lo avevano rimandato tante volte.
Avevano trovato mille scuse
“Domani ho da fare”, “Il mio capo non mi ha dato un giorno di permesso”
“Mi hanno detto che venerdì arriveranno gli alieni…”
Beh, alcune erano davvero poco credibili.
Ma non per loro.
Loro che continuavano ad attaccarsi ad ogni pretesto pur di rimandare l’irrimandabile.
Ma ora era giunto il momento di salutarsi per sempre.
Come dite?
Volete sapere se si amavano?
Certo che sì.
Ma quello era il loro ultimo incontro.
Lo sapevano e basta.
“E basta” continuava a risuonare nelle loro teste.
Come il refrain di un disco rotto.
Un abbraccio.
Un ultimo bacio.
E basta.
Andando via lei disse: “Addio”.
Gli voltò le spalle, ma fece pochi passi.
Si fermò e gli chiese: “Come sono andata?”
E lui, con gli occhi ancora lucidi, “Sei andata d’addio.”
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Silenzio!
È ancora troppo presto.
Per (inter)rompere un silenzio.
C’è chi abbatte il muro del suono
E chi, come te, costruisce muri di silenzio.
[silenzio] [silenzio] [silenzio] [silenzio]
[silenzio] [silenzio] [silenzio] [silenzio]
[silenzio] [silenzio] [silenzio] [silenzio]
[silenzio] [silenzio] [silenzio] [silenzio]
[silenzio] [silenzio] [silenzio] [silenzio]
[silenzio] [silenzio] { crepa } [silenzio]
[silenzio] [silenzio] [silenzio] [silenzio]
[silenzio] [silenzio] [silenzio] [silenzio]
Oh!
Ho intravisto una crepa, nel tuo silenzio.
“Ma no, sciocca, quella non è una crepa. È solo una che crepa, nel silenzio generale.”
Ah.
Come al solito non c’ho capito niente.
Spero almeno che la poverina possa crepare dalle risate.
Sai che rottura, per quel muro.