Mi faccio un dramma

E lo so che sono strana.
Ora rido.
Poi piango.
Rido di nuovo.
Dovrei farla finita ma la faccio infinita.
C’è che vivo di emozioni forti.
Azioni sempre in rialzo o in ribasso.
Dovrei andare in una Spa, per recuperare la forza delle mie azioni.
Ma tanto non servirebbe a niente.
Una volta fuori mi ritroverei dentro di nuovo.
Come se ne esce?
Non c’è via d’uscita.
Eppure continuo a gridare: “Fuori!”
Ma nessuno risponde a quel nome.
Eh, l’importanza di chiamarsi Fuori.
Dovrei farci un film dei miei.
Roba da Oscar.
Wilde.

[Ok. Esco. Di scena.]

Dottore, Avvocato, Conte, Marchese, Duca, … <—– [titoli di coda]

Sono una bastafeste

Tutti a pensare alle vacanze.
Alle ferie.
Alle feste.
Io, invece, no.
Ma anche sì.
Cioè, non so.
La festa mi infesta.
E mi annoia.
Io penso molto di più quando ho meno tempo.
Per me e per gli altri.
Se mi sto stretta, cerco di uscire.
E allora faccio,
penso,
dico,
amo,
vivo.

Ma se c’è troppo spazio (e tempo) mi muovo male.
O non mi muovo affatto.
Sono pigrissima anche quando penso.
E chi mi accidia a me?

Quindi: basta feste!
Torniamo tutti a lavoro.
Sì, ora starete pensando: “E tornaci tu!”
Va bene, ok.
Chiedo aiuto ai miei amici a quattro zampe.
Organizzo una pet-izione.
E poi vedrete.
Lascerò un segno.
Un’impronta.
Forse più di una.
(i miei amici animali mi hanno lasciato un ricordo. Io l’ho pestato. Ecco)

Beh, basta
Ritorno in me.
Così mi sto stretta.
E cerco di evadere.

(lo so: ho una strana evasione della vita, io)