Il mio angolo

 

Cerco un angolo.
In una casa piena di spigoli.
In cui sbatto.
In cui mi imbatto.
Sempre alla ricerca di un angolo.
Me ne basterebbe solo uno.
Uno tutto mio.
Un angolo custode.
Dei miei pensieri.
Delle mie riflessioni più profonde.
Dei miei pianti inconsolabili.
Delle mie letture più segrete.
Un angolo tutto mio.
Da dove potrei guardare il mondo.
Senza farmi notare.
Senza fare rumore.
In fondo chiedo solo un angolo.
Non un ring, su cui combattere.
Non un gong, per farmi smettere.
Solo un angolo.
Ma un posto così non è dietro l’angolo.
Magari lo trovo in camera.
“No, mi spiace. In camera c’è solo il grandangolo.”
Ah.

Via di qua

Passeggiando a piedi amo leggere i nomi delle vie che percorro.
Via Manzoni, Via Grassi, Via Milano…
Io, invece, abito in via Collina.
Non un nome importante per la mia via.
Non Shakespeare o Dante o D’Annunzio.
No, la mia si chiama proprio Via Collina.
Un nome che non dice niente.
Che non rimanda ad una persona o ad un fatto storico importante.
Ricordo solo un arbitro con quel nome.
Allora dovrei dire che arbitro in Via Collina.
Forse suonerebbe meglio.
Forse non suonerebbe affatto.
Fischerebbe, questo sì.
Poi, però, penso alla mia via dal nome geografico.
Collina.
Indica un luogo, tutto verde magari (quanto amo il verde!).
Un punto né alto né basso.
Non pianura, non montagna.
Una sorta di non luogo o un luogo di mezzo.
Ed io abito proprio qui, in Via Collina.
Una folle come me, in Via Collina.
Come il fool on the hill di quei matti dei Beatles.
Ma sì: tutto alla fine torna.
O va.
Via di qua
Via Collina.

 

 

Titti a casa

Se mi fingo morta forse mi lasciano in pace.
Tutti.
E tutto.
Se mi credono morta smetteranno di chiedere
di assillare
di bussare alla mia porta
“È aperta!”
Ecco.
Ho parlato.
Ora sanno che sono viva.
Che vivo ancora.
Vivo è una parola grossa.
Sopravvivo.
E sotto muoio.
Tanto non se ne accorge nessuno.
Finché continuo a sorridere va tutto bene.
Va tutto bene.
Va tutto. Bene.
Va. Tutto bene?
No.
Ma non diciamolo in giro.
Ché tanto non ci crederebbe nessuno.
Continua a ballare, Titti.
The show must go home.
“On. Si dice on.”
No. Per me è home.
Dove c’è Titti c’è casa.
“E dov’è casa?”
Non so.
Sto ancora cercando la Titti.