Che spettacolo!

E vorrei leggere.
E vorrei scrivere.
E vorrei.
Ma queste giornate mi piombano addosso con tutto il loro peso.
Sono frane.
Su una frana.
Me.
Che rotolo giù.
A pezzi.
E non riesco a fermarmi.
Eppure vorrei.
Vorrei leggere.
Vorrei scrivere.
Di me.
Di quello che mi brucia dentro.
E poi sale su, come un rigurgito.
Burp!
Ma non posso fare niente.
Perché devo fare tutto.
Tutto quello che altri hanno deciso per me.
O hanno reciso, per me.
Rami secchi, dicono.
Parti di me, dico.
Che non voglio lasciar andare.
Ma che “devo” lasciar andare.
In fondo chi sono io per decidere?
Sono io, non basta?
Dovrei decidere di recidere.
Il filo.
Quell’invisibile filo che fa di me una marionetta.
Nelle mani di chi conosce bene il mestiere.
Un inchino qua.
Un bacio là.
Sì, il teatrino è sempre un successo.
Ed io attrice non protagonista della mia vita.
Che spettacolo che sono!
Applausi!

(Quasi quasi oggi mi do malata e non vado in scena)

“Pazza! Tocca a te!”
“Non posso. Ho perso il filo. Del discorso…”
“Uh! Quante scene! Tanto lo sai che il filo lo abbiamo noi.”
“Ok. Mi in filo qualcosa e arrivo.”

[[sipario]]

Pubblicato da

La Pazza

Parole fatte a pezzi. Parole come pezzi. Di me. Io: patchwork in progress.

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