L’ultimo incontro

Non si sarebbero mai più rivisti.
Lo avevano capito da tempo, ormai.
E quello era il loro ultimo incontro.
Lo avevano rimandato tante volte.
Avevano trovato mille scuse
“Domani ho da fare”, “Il mio capo non mi ha dato un giorno di permesso”
“Mi hanno detto che venerdì arriveranno gli alieni…”
Beh, alcune erano davvero poco credibili.
Ma non per loro.
Loro che continuavano ad attaccarsi ad ogni pretesto pur di rimandare l’irrimandabile.
Ma ora era giunto il momento di salutarsi per sempre.
Come dite?
Volete sapere se si amavano?
Certo che sì.
Ma quello era il loro ultimo incontro.
Lo sapevano e basta.
“E basta” continuava a risuonare nelle loro teste.
Come il refrain di un disco rotto.
Un abbraccio.
Un ultimo bacio.
E basta.
Andando via lei disse: “Addio”.
Gli voltò le spalle, ma fece pochi passi.
Si fermò e gli chiese: “Come sono andata?”
E lui, con gli occhi ancora lucidi, “Sei andata d’addio.”

Che spettacolo!

E vorrei leggere.
E vorrei scrivere.
E vorrei.
Ma queste giornate mi piombano addosso con tutto il loro peso.
Sono frane.
Su una frana.
Me.
Che rotolo giù.
A pezzi.
E non riesco a fermarmi.
Eppure vorrei.
Vorrei leggere.
Vorrei scrivere.
Di me.
Di quello che mi brucia dentro.
E poi sale su, come un rigurgito.
Burp!
Ma non posso fare niente.
Perché devo fare tutto.
Tutto quello che altri hanno deciso per me.
O hanno reciso, per me.
Rami secchi, dicono.
Parti di me, dico.
Che non voglio lasciar andare.
Ma che “devo” lasciar andare.
In fondo chi sono io per decidere?
Sono io, non basta?
Dovrei decidere di recidere.
Il filo.
Quell’invisibile filo che fa di me una marionetta.
Nelle mani di chi conosce bene il mestiere.
Un inchino qua.
Un bacio là.
Sì, il teatrino è sempre un successo.
Ed io attrice non protagonista della mia vita.
Che spettacolo che sono!
Applausi!

(Quasi quasi oggi mi do malata e non vado in scena)

“Pazza! Tocca a te!”
“Non posso. Ho perso il filo. Del discorso…”
“Uh! Quante scene! Tanto lo sai che il filo lo abbiamo noi.”
“Ok. Mi in filo qualcosa e arrivo.”

[[sipario]]