E ti guardi allo specchio.
E ti stupisci.
Ché di solito non ti piace quello che quel tipo lì ti mostra a muso duro.
No.
E allora passi minuti e minuti e minuti che fanno presto a diventare ore e li passi lì,
davanti a lui, perché proprio non ti piaci.
E tu tutti quei minuti lì davanti proprio non te li puoi permettere.
Ché sei sempre in ritardo.
E te lo dicono tutti.
E tu arrivi trafelata e di corsa, accampando mille scuse, “c’era traffico”, “la macchina non partiva”, “ero già vestita e mi sono macchiata col caffè macchiato” e…
Basta.
Tanto non ti crede più nessuno.
Ti conoscono bene, ormai.
Come il tuo specchio.
“Specchio, specchio delle mie brame. Se non sono io la più bella del reame non dirmelo, per favore.”
Tanto quello non ti ascolta mai.
Parla prima ancora di riflettere.
E ti mostra quella tipa strana che proprio non ti piace.
Te la mostra, la mostra.
E tu sei già in ritardo e continui a risistemare il mascara, no no, meglio il rossetto, accidenti! era meglio quello di prima, e i capelli, un disastro! mai in ordine, mai!
Ma oggi ti guardi allo specchio e ti stupisci.
C’è qualcosa di strano.
Più strano del solito.
Qualcuno deve aver cambiato qualcosa.
O qualcosa, forse, ha cambiato te.
Boh?
Ti guardi ancora e ti piaci!
Sì, ti piaci!
Il mascara è ok.
Il rossetto pure.
E i capelli, poi!
Hai quasi paura di toccarli quei capelli così neri e ricci e in disordine perfetto.
Hai paura di rompere l’incantesimo.
Stavolta lo specchio ti sta dicendo che sei tu la più bella del reame.
Proprio tu.
E tu incassa e porta a casa.
Anzi no: porta fuori ché ti stanno aspettando.
Magari per una volta arrivi pure in orario.
(di quei giorni in cui ti senti bellissima)
(giorni così: senza un per chi)
(forse per te)